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25 anni fa moriva suicida Kurt Cobain, leader dei Nirvana, icona rock del movimento “grunge“, ultimo poeta maledetto.

 

Era il 5 aprile del 1994 quando il leader dei Nirvana, Kurt Cobain con un gesto estremo, si tolse la vita, a soli 27 anni, con un colpo di fucile. 

Con quel gesto, anche Cobain, entrò a far parte del club dei 27 insieme a Jim Morrison ( The Doors ), Janis Joplin, Jimi Hendrix e Bian Jones ( The Rolling Stones ). MA sopratutto divento leggenda.

Fondatore dei Nirvana, band alternative rock, padre ispiratore del movimento grunge che negli anni ’90 partendo da Seattle conquistò il mondo intero.

Data la mia età anagrafica, era quasi impossibile che a venti anni non venissi travolto dal fenomeno Nirvana e dal fenomeno Cobain. In realtà ho trovato asilo in tutto il movimento grunge: vedi anche Soundgarden e Pearl Jam.

Chiaramente possiedo tutti gli album dei Nirvana e chiaramente fui sconvolto dalla notizia del suicidio.

A soli 27 anni, come si legge dalla sua lettera di addio, Cobain avevo finito gli stimoli e le emozioni della vita, del successo e dell’arte di fare musica.

” E’ meglio bruciare subito che spegnersi lentamente ” 

questa la frase con cui si conclude la lettera scritta per dire addio alla moglie Courtney Love.

E’ possibile dico io, a 27 anni perdere ogni tipo di voglia di vivere?

IL GRUNGE

Certo il grunge ha avuto successo planetario perchè raccoglieva tutti quelli che non trovavano collocazione in tutto quello che c’era già, dava un posto dove stare agli “inetti”, a quelli che non avevano niente da dire e nemmeno nessuno che li ascoltasse. Gli ultimi, i “normali”, quelli a cui bastava poco, poche note e poche parole per identificarsi.

IO E I NIRVANA 

Per quanto mi riguarda Kurt Cobain ha influenzato parecchio il mio look. Negli anni ’90 ero sempre vestito con “all stars”, jeans chiari e un t-shirt coperta da una camicia colorata non allacciata.  E francamente non posso ancora dire di aver superato completamente questo periodo.

I Nirvana restano dentro. Se li hai davvero amati non ti abbandonano mai.

Mi capita spesso di trovare in fondo ai cassetti o agli armadi i CD pieni di polvere, basta una spolverata e la carica e le emozioni di quegli anni tornano voraci a mangiarsi le mie orecchie.

Negli anni ho raffinato i miei gusti, ho svoltato verso il cantautorato ma ogni volta che sento un pezzo dei Nirvana mi fermo e torno indietro di venti anni, come se davvero non fossero mai passati.

E sono sicuro che Cobain non si offende, se i suoi dischi cadono nel mio dimenticatoio per qualche mese e suonano solo  saltuariamente nelle mie orecchie.

C’è una canzone di Brunori Sas che si intitola proprio “Kurt Cobain” che è una delle mie preferite in questi ultimi anni, e parla della depressione e della perdita degli stimoli della vita. Se non la conoscete andate ad ascoltarvela. 

“Ma chiedilo a Kurt Cobain
Come ci si sente a stare sopra un piedistallo e a non cadere
Chiedilo a Marilyn
Quanto l’apparenza inganna
E quanto ci si può sentire soli”